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25 Novembre 2019
Traumi sportivi

Come curare uno strappo muscolare alla coscia

Come curare uno strappo muscolare alla coscia
25 Novembre 2019
Traumi sportivi

Le lesioni muscolari rappresentano una delle cause primarie di infortuni tra gli atleti. Questo genere di trauma si registra soprattutto tra chi pratica sport agonistici come calcio, pallacanestro, atletica e così via. Vediamo come curare uno strappo muscolare alla coscia limitando il rischio di recidive.

Strappo muscolare

Uno strappo muscolare è una lesione che causa la rottura di alcune fibre che compongono il muscolo. Il mancato riscaldamento pre-allenamento o l’eccessiva sollecitazione del muscolo possono essere le cause principali che provocano la rottura delle fibre. Sebbene questo genere di trauma possa coinvolgere qualsiasi muscolo del corpo, lo strappo diventa molto più frequente ai flessori, ai quadricipiti e agli adduttori della coscia.

LEGGI ANCHE: Quali sono i traumi sportivi più frequenti.

Secondo statistiche autorevoli, il problema principale che risiede in questo genere di infortunio è l’elevato rischio di recidive. Infatti, circa il 14% delle persone vittime di strappi muscolari subisce un secondo infortunio subito dopo aver ripreso l’attività agonistica. Questo dato risulta molto significativo e dimostra come sia fondamentale una corretta riabilitazione post trauma, in modo da riuscire a tornare esattamente allo stesso stato di forma precedente all’infortunio occorso. E’ indispensabile innanzitutto rivolgersi ad un medico o specialista per riuscire a verificare l’intensità del danno e il grado della lesione.

Grado lesione

La lesione muscolare può avere differente gravità a seconda del numero di fibre che hanno subito una lacerazione durante un particolare movimento o contrazione. Andiamo a distinguere i diversi gradi di lesione:

1. Lesione primo grado

Nel primo caso sono coinvolte esclusivamente il 5% delle fibre totali che compongono il muscolo lesionato. In questo caso, quindi, si tratta di una lieve lesione che non pregiudica totalmente il movimento dell’atleta o della persona vittima dell’infortunio. In ogni caso, si consiglia di sospendere l’attività per evitare che la lesione inizi ad aggravarsi in modo notevole.

2. Lesione secondo grado

Nel secondo caso, invece, la gravità delle lesione è leggermente superiore. Di norma viene avvertita una sorta di fitta che, nonostante non pregiudichi in toto il movimento tipico dell’atleta durante una gara o un allenamento, può aggravarsi ad ogni contrazione muscolare.

3. Lesione terzo grado

In questo caso il deficit funzionale è praticamente assoluto in quanto viene registrata una lacerazione del ventre muscolare, parziale o totale. La lacerazione, a differenza dello strappo di secondo grado, coinvolge più dei 3/4 della sezione anatomica del muscolo. Ovviamente, in casi come questi l’attività agonistica non può che sospendersi in quanto l’atleta è del tutto impossibilitato a compiere qualsiasi movimento dell’area interessata.

Tipologie contrazioni

Recenti studi hanno dimostrato come le cosiddette ripetizioni o contrazioni eccentriche possono avere risvolti molto positivi in ambito riabilitativo per coloro che hanno sofferto di strappi muscolari di qualsiasi entità. Infatti, associando un programma di allenamento con sovraccarichi eccentrico ai tipici esercizi di riabilitazione funzionale, è stato riscontrato un miglioramento delle funzionalità muscolari molto più rapido rispetto al tradizionale protocollo riabilitativo.

Sebbene, quindi, le ripetizioni eccentriche sono da sempre la causa stessa di infortuni muscolari di vario genere e gravità, sono considerate anche la soluzione migliore in fase riabilitativa.

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